Il Noce passa sotto a vari ponti, tra i quali è celebre quello di Santa Giustina, un arco di 68 metri, che sovrasta di 138 al letto del fiume: l'Avisio, un vero tipo di fiume torrente, attraversa le valli di Fassa e di Fiemme e la Val Cembra, dove recò sovente danni spaventosi con le sue piene e serve molto alla fluitazione del legname; presso il confluente è attraversato da un ponte di 1200 metri per la ferrovia, mentre gli altri, salvo quello presso Lavis, hanno poca importanza. Anche le piene della Fersina sono state spesso dannose a Trento, che dovette costruire importanti arginature, come la serra di Pontalto cominciata sotto il vescovo Clesio, continuamente rinforzata o rifatta sino ai tempi moderni; in capo al suo bacino, il laghetto di Lases ed il Lago Santo versano le loro acque contemporaneamente al Fersina ed all'Avisio, mentre tutto suo è il lago di Nardemole (2219 m.) da cui ha origine. Trento utilizza in gran parte per le sue industrie le acque del Fersina, come Rovereto quelle del Leno, l'ultimo affluente notevole dell'Adige nel Trentino. Fuor del quale ha solo progni asciutti la maggior parte dell'anno e impetuosi dopo le pioggie, come quelli di Fumane, Negrar, Val Pantena, Squaranto, Illasi, Alpone, o affluenti di poca importanza.
Alcune colline separano le sorgenti del Brenta dal bacino dell'Adige, se pur non si voglia considerare come origine di quella il corso della Centa.(141) Uscita dai due laghi di Levico e Caldonazzo, la Brenta scorre fra i terreni alluvionali che formano le amene colline della Valsugana, volgendo a nord-est sino a Borgo, poi a sud-est sino alla confluenza del terribile torrente Grigno.
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