I Padovani e gli altri abitanti delle basse pianure avevano interesse a far scorrere il fiume per la via più diretta verso le lagune onde abbassarne così il livello ed aver meno a temere dalle inondazioni; i Veneziani invece tendevano ad allontanare la Brenta per mantenere la profondità e la salubrità delle loro lagune. Simile conflitto d'interessi fu causa di guerre, che si possono dire vere lotte per l'esistenza. La conquista del litorale diventò per Venezia una questione di vita o di morte, e poichè la repubblica ebbe trionfato, si mise all'opera onde spostare il fiume. A mezzo d'un primo canale, la Brenta nuova o Brentone, e d'un secondo, il taglio nuovissimo di Brenta, si derivarono le acque del fiume per modo da farle girare intorno alla laguna e gettarle, con quelle del Bacchiglione e coi piccoli corsi d'acqua del Padovano, nel porto di Brondolo, a qualche chilometro al nord dalla foce dell'Adige. Ma il Brenta, il cui corso si trovava per tal modo notevolmente prolungato, dovette elevare il suo letto a monte e con grande difficoltà si è potuto mantenerlo fra gli argini laterali. Dal 1811 al 1859, il torrente aveva rotto venti volte le sue dighe e la graduale elevazione del letto minacciava di rendere sempre più frequenti simili disastri. Allora si adottò il partito di abbreviare di 16 chilometri il corso del fiume gettandolo direttamente in una bassura della laguna di Chioggia. Infatti il pericolo di corrosioni venne per tal modo scongiurato per qualche tempo, ed inoltre la Brenta, le cui alluvioni vanno man mano accumulandosi sull'acqua salsa, ha dato all'Italia una superficie di 30 chilometri quadrati di nuove terre.
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