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      I pittori e i poeti eternarono le dolci tinte e le trasparenze delle sue acque, dove i dischi bianchi sono visibili a una profondità di 40 o 50 metri. Si affermò a lungo che l'Adriatico avesse un livello alquanto più alto degli altri mari che bagnano l'Italia e lo si spiegava col vasto bacino dei suoi fiumi, e col ricco tributo d'acque ch'essi recano a un mare relativamente angusto; ma dopo osservazioni lunghe e misure di precisione infinite, la differenza si chiarì pressochè insignificante. Lo agitano specialmente la bora ed i venti siroccali, che imprimono alle correnti una maggior velocità quanto sono meno profonde.
     
      Ricche di sorgenti minerali sono anche le Alpi orientali, e talune delle prealpi loro, specie le Euganee, non poche fra le quali hanno una vera celebrità mondiale. Tali le acque rameico-arsenicali di Levico, Roncegno e Vetriolo, scoperte verso la metà del secolo XIX, e che si usano per bagni e per bibita dai malati, accorrenti in numero sempre maggiore a cercarvi la salute od un maggior vigore di funzioni vitali. Le sorgenti sgorgano dal Buco del Tossico, nella Valle dell'Inferno, a 535 metri, e sono raccolte in grandi vasche, per venire utilizzate nel tranquillo albergo di Vetriolo o nei più ampii stabilimenti di Roncegno e di Levico. Un altro gruppo di bagni celeberrimi dall'antichità sorge alle falde dei colli Euganei, le Thermae aponenses, confuse poi col nome di euganee, ma tra loro distinte, anche per la qualità e l'efficacia curativa delle acque, Abano, Arquà, Battaglia, Montegrotto, Montortone.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume V - Parte seconda - L'Italia
di Elisée Reclus
Società Editrice Libraria Milano
1902 pagine 794

   





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