Così Ampezzo e molte chiuse delle Alpi, Conegliano ed altri siti delle prealpi aperti al sud hanno temperature più miti di quanto comporterebbero la latitudine e l'altitudine. Il vento di nord incontra però le correnti umide dominanti dal mare, e l'unione delle due correnti ed i moti vorticosi dell'aria che ne derivano sono spesso causa di pioggie abbondanti, ma brevi, perchè il vento settentrionale, più forte, presto prevale. Bora scura, piova sicura, dice il proverbio, mentre la brezza di mare indica che l'atmosfera è in condizioni normali. In alcune valli delle Alpi le pioggie cadono però in quantità eccezionale, ed anche nelle bassure del Polesine l'umidità domina con grande frequenza, sì che nelle provincie di Udine e di Belluno abbiamo le maggiori quantità di pioggia.(145)
Con siffatte condizioni idrografiche, climatiche e pluviometriche, si comprende che il Veneto e le contermini regioni non soffrano penuria d'acque, sebbene ancor esse abbiano alcuni siti che ne sono scarsi, come i colli Berici, l'altipiano dei Sette Comuni, ed in genere gli altipiani carsici. Nel 1885 appena 83 comuni delle provincie venete avevano acque potabili cattive, mentre 560 le possedevano buone per più di 1,800,000 abitanti. Ma nelle bassure solcate in tutti i sensi dai fiumi o da canali d'irrigazione, in molti siti gli abitanti sono soggetti a frequenti malattie, in causa della perniciosa influenza dei miasmi che esalano coi vapori del suolo; inoltre il nutrimento dei contadini è troppo uniforme ed insufficiente per poter reagire contro le cause d'indebolimento; onde si esauriscono anzi tempo, e parecchi di loro soccombono di pellagra, l'incurabile malattia conosciuta soltanto nelle regioni dove la farina del mais ridotta a polenta costituisce l'alimento principale.
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