Quasi speciale al Veneto è la flora palustre, con 200 specie di piante vascolari, talune sommerse, altre a fior d'acqua, giunchi, carici, canneti, necchi, schiancie dalle lunghe foglie a forma di spada, falcerelle dai bei mazzi di fiori rosei, giaggioli di palude, oltre agli ontani, ai pioppi ed ai salici, che accrescono la triste monotonia di quelle basse regioni. Si coltivano tutte le altre piante utili, come in Lombardia e nel Piemonte; speciale al Veneto è il tabacco, nella valle della Brenta e su alcune pendici dei Sette Comuni. Infine nelle acque del mare, delle lagune e delle altre regioni acquitrinose dolci o salse del litorale e dell'interno, oltre duemila specie di alghe, clorofice, mizofice, troviamo briofiti, pteridofiti, idrocaritacee, lemnacee, allorragidacee, najadacee, le infinite specie delle ninfee, e le centosessanta e più di diatomacee rosse, verdi e brune che si tuffano a diverse profondità nelle acque del mare. Alcuni laghi hanno una vera vegetazione arborea subacquea, altri si coprono per vasti tratti dell'eriophorum angustifolium coi graziosi pennacchietti serici, dei rosei fiori del poligonum amphybium e d'altre piante, che in taluni inondano tutta la superficie delle acque.
Come delle strane forme vegetali, si sono conservate nel Veneto più che altrove:
Nel sasso dei draghi -- le spire rinvolte,
E l'orme ne parlano -- dei profughi cigniSugli ardui macigni;
nelle isole scaldate dal sole ardente si aggiravano uccelli più grandi degli struzzi con forme di serpenti e di volatili, ittiosauri di dieci metri, plesiosauri con testa e collo di serpenti eretti sopra ventri di ippopotami, teleosauri come lo scheletro scoperto a Rotzo, pterodattili come quelli scavati a Bolca, rospi grandi come buoi.
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