In tutta la pianura si estendono i campi coltivati a grano, specie frumento, granturco, e in misura assai limitata orzo, avena e segala. Ed anche sui monti si coltivano granturco, orzo e segala, su tutti i ripiani dove ha presa l'aratro, e anche più su, dove la terra non può esser smossa che dalla vanga.(158) La produzione media per ettaro è inferiore a quella del Piemonte e della Lombardia, scendendo da 14 ettolitri a 12 pel granturco, e da 19 a 14, nel Trentino anche a 9 pel frumento. Vasta è la coltivazione dei legumi, che sale su pei declivi a notevoli altezze; più in alto ancora si trovano le patate, che diedero 36 quintali per ettaro, nel Trentino sino a 48, e non di rado queste colture vanno tra loro commiste.
La coltura della vite ha una grande estensione, ma non molti sono ancora i vigneti, essendo per lo più la vite mista ad altre colture.(159) Molti terreni, per la naturale costituzione geologica, sono singolarmente appropriati e danno ottimi prodotti, con le varie qualità di uve teroldica e schiava, negrara e marzemina, padovana e bianchetta, cui si aggiunsero negli ultimi anni, dopo l'invasione della fillossera, le qualità americane. I vini della Valpolicella e delle altre valli dell'alto Veronese, che si producono in grande quantità, sono i soli che reggono all'esportazione, e si diffondono persino nel Sud America; anche a Conegliano si fabbricano ottimi vini bianchi e spumanti, mentre sono più duri in alcuni luoghi del Friuli. Nel Vicentino sono eccellenti, ma in troppo piccola quantità per costituire veri tipi commerciali, i vini di Breganze e d'Arzignano, come nel Trentino si hanno pure ottimi vini di bottiglia, specie dopo la fondazione delle scuole di viticoltura di San Michele e di Conegliano.
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