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Al 31 dicembre 1899 le provincie venete avevano una popolazione calcolata di 3,156,196 abitanti, che se è poco densa nella provincia di Belluno, dove si trovano appena 53 abitanti per chilometro quadrato, raggiunge i 163 a Venezia, i 170 a Vicenza, e i 217 nella provincia di Padova. Si aggiungano 347,000 abitanti pel Trentino, 600,000 per Trieste, l'Istria e le altre regioni contermini delle Alpi orientali, e si hanno così più di 4 milioni di abitanti agglomerati tra la cerchia di queste Alpi orientali ed il corso del Po. Allo sviluppo giovarono i facili mezzi di comunicazione, che nel Veneto lasciano ben poco a desiderare, salvo sui confini, dove le strade sono state piuttosto trascurate, per quelle stesse ragioni strategiche che indussero invece a costruirle a spese dello Stato sul confine occidentale. La rete delle strade carreggiabili del Regno, cui poco manca per esser completa, misura 12,500 chilometri; le ferrovie ordinarie, complementari, economiche e le tramvie ne misurano 1500, e si connettono alle ferrovie germaniche ed austriache con le linee del Brennero, della Pontebba e del litorale italiano.
Questo litorale ha due grandi porti, quelli di Venezia e Trieste, il porto militare di Pola, e gli altri minori di Tolle, Levante, Falconera, Lignano, Capodistria, Pirano, Parenzo, Rovigno, oltre ai porticcioli numerosi di cui sono pieni i litorali dell'Istria. Dopo esser stato in gran fiore al tempo della Repubblica, il commercio di Venezia segnò una continua decadenza, e solo da alcuni anni si nota qualche progresso.
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