Più tardi, fuggendo le irruzioni dei Barbari, alcuni abitanti delle terre finitime cercarono dapprima il temporaneo rifugio dei disperati nelle isolette della laguna, e dalla metà del secolo sesto vi si ordinarono a stabile governo coi tribuni del mare. A comporre le discordie tra questi e le gare tra le isole, vollero un dux supremo, eletto da tutto il popolo; per quasi mezzo secolo s'alterna con un maestro dei militi, e nel 472 apre la serie dei Dogi, durata più d'un millennio. Le discordie civili, attizzate da Longobardi, da Franchi, da Bizantini, chetarono solo quando la sede del Governo fu portata a Rialto, l'isola che poco appresso, cresciuta di popolo, di edifici, di ricchezze, diventò il vero nucleo di Venezia. La natura dei luoghi e la condizione dei tempi educarono gli abitanti a vivere ed a combattere perpetuamente sul mare, per allargare i loro commerci o per vendicare le spose rapite dagli Slavi, per assicurarsi il possesso dell'Istria, baluardo d'Italia, o per liberare dai pirati il mare che il Doge sposava nell'annuale solennità, immortalata dal Tintoretto, della festa dell'Ascensione. Così Venezia crebbe di potenza e di ricchezza; aiutando i Greci contro i Saraceni e contro i Normanni conseguì nuove franchigie commerciali, e fece dell'Adriatico un suo lago; gittandosi cautamente nelle crociate, acquistò una incontestabile preminenza in tutto l'Oriente. Sottratta al popolo l'elezione del Doge, istituiti il Maggior Consiglio e la Signoria, la Repubblica diventa intorno al 1170 una schietta aristocrazia.
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