Torcello, una delle prime isole abitate dai fuggenti l'ira di Attila, che vi innalzarono subito le torricelle della patria perduta, fu già potente, e potè erigere nel suo Duomo uno splendido monumento dell'arte; ma poichè le acque mutarono corso e la invasero le febbri palustri, decadde a povero villaggio e vive, si può dire, dell'industria dei forestieri. San Spirito, Poveglia, Malamocco, Portosecco sono abitate da ortolani e da pescatori, al pari di Pelestrina, forse le Fossae Philistinae di Plinio, le cui donne lavorano merletti di refe, men leggiadri però che a Burano. All'estremità della laguna Chioggia, fondata avanti Venezia, devastata durante la guerra coi Genovesi, è abitata in gran parte da pescatori; le sue donne indossano ancora alla domenica il costume antico, ed hanno lo scilinguagnolo sciolto immortalato nelle Barufe chiozotte di Carlo Goldoni, ed il tipo riprodotto nei quadri di tanti pittori. L'estrema popolazione veneta si raccolse a Cavargere (Capo d'Arzine) ed il paese fu già fiorente per le campagne e le selve che lo circondavano.
Una gran parte del territorio di Venezia è coperta dalle acque della laguna, le quali, in non pochi luoghi abitati, determinano febbri palustri ed altrove sono foggiate a valli da pesca, dove la piscicoltura potrebbe avere sviluppo molto più grande. Anche nella terra ferma non mancano povere capanne, e troppo vaste estensioni di terre si locano a pochi contadini, poveri di animali, sì che l'agricoltura vi ha poco sviluppo. Mestre, fondata da un leggendario condottiero dei Meonii, certo contemporanea di Altino, fu or libera, or soggetta a vari signori, ma più durevolmente podesteria di Venezia, ed ha tra le sue frazioni Marghera, col forte difeso con tanto valore contro la rabbia austriaca nel 1849. Lunghesso le belle strade, la Capuccina, la Castellana, il Terraglio, sorgono numerose le ville dei signori di Venezia, popolate di statue, fra giardini e boschetti incantevoli; celeberrima è quella dei Grimani a Martellago, elegante e signorile ritrovo fino al principio del secolo XIX. Tutto circondato di ville è Dolo, grossa e non antica borgata, dove la Brenta si divide in due rami.
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