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Rovigo, "sepolta fra l'Adige ed il Po", se non è, come dicono i suoi detrattori, "uno scheletro di città", è certo piuttosto scaduta dall'importanza di un tempo, sebbene si trovi sempre a capo del Polesine. Costruita in rasa pianura, a cavaliere dell'Adigetto, ha lunghi borghi uniformi e vie abbastanza spaziose che conducono alla bella piazza Vittorio Emanuele fiancheggiata di notevoli edifici, il municipio, l'Accademia dei Concordi ed altri ancora. Se ne fa menzione la prima volta nell'838, col nome di villa di Rodigo, donde la leggenda che vuole il suo nome derivato dal nome greco della rosa. Sorta in terreno più asciutto ed elevato di Adria, superò ben presto l'antico capoluogo del Polesine. Il palazzo comunale dove si trovano la biblioteca ed il museo, con un busto di Girolamo Miani, il celebre esploratore dell'Africa e quadri di gran pregio. ed il palazzo Roncali costruito dal Sanmicheli sono tra gli edifici più notevoli della città, che dopo il 1866 ha pur fatto notevoli progressi, grazie alla fertilità del suo agro, diventato uno dei più ricchi di queste provincie. Boara è anch'essa importante centro agricolo, come Villadose e San Martino di Venezze, sull'Adigetto, dove i Veneziani costruirono una delle loro prime fortificazioni e che fu più volte soggetta a disastrose inondazioni. L'antichità di Adria si perde nella notte dei tempi; fiorente in riva al mare e alle lagune, come poi Venezia, al segno da dare in perpetuo all'Adriatico il suo nome, decadde quando si trovò lontana dal mare: oggi è a più di 23 chilometri, in un agro pieno di paludi, perduta tra i fossi ed i canneti.
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