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      Fondata dai Reti e dagli Euganei, occupata forse dai Galli Cenomani, dall'89 avanti Cristo fu colonia romana, una delle più fiorenti della nordica Italia. Subì tutte le invasioni, salvo quella d'Attila, da cui la preservò papa Leone, e Teodorico ne fece la capitale del regno degli Ostrogoti e la predilesse tanto da esser chiamato nei Nibelunghi "il Veronese". Presa da Alboino, che vi fu ucciso dopo il tragico banchetto in cui Rosmunda fu costretta a bere nel teschio del padre, più volte servì di rifugio ad altri re longobardi, essendo reputata la più forte città del loro reame. Poi fu vinta dai Franchi, i Berengari vi restaurarono il regno dei Longobardi, e gli imperatori di Germania le preposero i loro marchesi, a cominciare da Arrigo di Carinzia. Fu a capo delle città della Venezia che presero le armi contro il Barbarossa, ospitò per qualche anno la Corte pontificia e fiorì poi libero comune, dando impulso alle arti, agevolezze ai commerci, sviluppo all'agricoltura, scuotendo le menti e ravvivando lo studio del diritto. Ma presto, come nelle altre città, incominciarono le lotte tra le potenti famiglie, i Sambonifacio, gli Scaligeri, i Montecchi, gli Ezzelini, tiranni e guerrieri, politici e letterati, assassini e proscritti, grandi uomini e fratricidi oscuri. Fra Giovanni da Schio predicò la pace sui prati di Paquara, dove la leggenda vuole si raccogliessero quattrocentomila cittadini, per diventare a sua volta tiranno; dopo il 1257, spento Ezzelino, dominarono pacificamente gli Scaligeri, quando Dante trovò nella "cortesia del gran lombardo - che porta sulla scala il santo uccello", il suo primo rifugio, e vi scrisse parecchi canti della Commedia, mentre l'amico suo, Giotto, con gentile accorgimento, dipingeva le stanze che davano ricetto agli esuli ed agli oppressi, nella brillante corte di Can Grande, che aveva vinti i Padovani, presa Vicenza ed esteso il dominio scaligero, che raggiunse sotto il figlio la maggiore ampiezza.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume V - Parte seconda - L'Italia
di Elisée Reclus
Società Editrice Libraria Milano
1902 pagine 794

   





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