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N. 54. -- PALMANOVA.
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Si è notato che nel Veneto, più che altrove, si trovano oltre il confine politico città e terre italiane delle quali ci rimane ora a dare una breve descrizione. E prima dal Trentino orientale, sulla sinistra dell'Adige, dove appunto sorgono le maggiori città, a cominciare dal capoluogo. Trento si innalza sulle rovine della forte Tridentum, che fu uno dei baluardi dell'impero romano, circondata dai tre colli o Doss di Trent, di San Rocco e di Sant'Agata. Le torri che sorgono da tutti i lati della città, le vecchie mura merlate che fanno qua e là capolino tra i nuovi edifici, il suo castello, i campanili dai tetti variopinti, sui quali il sole fa brillare scintille di topazi e smeraldi, le danno fisonomia originale. Dovunque facciate dipinte e fregi scolpiti, intonachi rabescati a grafiti, bassorilievi dei decoratori piovuti a Trento durante i principati di Bernardo Clesio e del Madruzzi.(204) Su ogni finestra vasi di fiori, dietro i quali mandano lampi le nere pupille italiane delle belle trentine: si direbbe, come Arrigo Heine, che tutta la città "vi guarda co' suoi grandi occhi italiani". Il duomo è uno dei migliori edifici del secolo XIII, e nella chiesa di Santa Maria Maggiore fu tenuto il Concilio che contribuì alla fama della città.(205) Essa è piena di palazzi sui quali domina il castello del Buon Consiglio, la famosa dimora dei principi vescovi, ed ha un monumento a Dante tra i più belli e suggestivi si potessero immaginare in così fatta città. Rovereto è importante centro industriale, specie per la tessitura della seta, e crebbe all'ombra del vessillo di San Marco che per secoli sventolò sul massiccio torrione; ha bei palazzi e monumenti, tra i quali uno ad Antonio Rosmini.
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