Il Varo, se anche si voglia assumere come naturale confine occidentale della Liguria, è fiume francese, al quale solo la Vesubia ed altri minori affluenti recano acque scese da alpi, in piccola parte anche politicamente italiane. Il Paglione e gli altri torrentelli di quel litorale appena hanno un nome, e la Roja scorre in parte su territorio francese, a cagione del disonesto confine, per cui Breglio e Saorgio, che dominano la sua media valle, appartengono alla Francia e una ferrovia da Cuneo a Ventimiglia non è possibile se non violentando la natura. Sotto il colle di Tenda la Roja ingrossa con le acque del Caramagna e del Riofreddo, più in basso con quelle della Levenza, che traversa la selvaggia valle di Briga e del Biogna, uscito da uno dei laghi delle Meraviglie; scorre quasi sempre in cupi valloni, che la conducono dalle falde dei villaggi di Piena, San Michele, Airole, sino a Bevera, dove si unisce al torrente omonimo. Lungo la Roja corre in gran parte la strada scavata nel vivo scoglio ai tempi di Carlo Emanuele I, ma in qualche punto il fiume impaluda, mentre in alto alimenta ottime trote e trasporta legname, ed in basso dà moto a numerose gore di mulini ed a qualche opificio, gittandosi in mare dopo un corso di 58 chilometri.
Alla Roja seguono la Nervia, nella cui valle altri vorrebbe far scendere la ferrovia da Cuneo che si arresta ora a Vernante, parecchi piccoli ruscelli, per lo più asciutti, sino alla fiumara di Taggia o Argentina, così chiamata dai vaghissimi argentei veli che forma su in alto, nel discendere di cascata in cascata sui massi coperti di muschio, ma spesso furiosa nel breve corso di 40 chilometri, dalle origini a Colle Ardente, sino al mare, dove sbocca presso Arena di Taggia.
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