Fra questo fiume ed il Bisagno siede Genova, e presso le sorgenti dei due fiumi, nei laghi del Gorzente, ed a 145 metri sul mare presso Mignanego, si raccolgono e si derivano le acque che dissetano Genova, ma già si deplorano insufficienti ad alimentarne gli opifici industriali.
Tra Genova e Chiavari i fiumi che scendono dalla catena centrale volgono tutti alla valle del Po; in Liguria troviamo solo poveri torrentelli asciutti, sino all'Entella, cantata da Dante: "la fiumara bella - che intra Siestri e Chiavari s'adima". Nasce essa poco lungi dal Bisagno, ma corre per una valle quasi parallela al litorale di 20 chilometri, e raccoglie le acque prese dai versanti nord-ovest del Penna e del Mozzolasca, che alimentano cogli altri il Taro ed i finitimi affluenti dei fiumi padani. Seguono altri torrenti oscuri persino senza nome; taluni, come la Casorza, presso Riva Trigoso, scendono in mare traverso rive pittoresche, altri hanno un corso brevissimo. Notevole è solo l'ultimo fiume ligure, la Magra, che accoglie varii affluenti, e tra essi la Vara: le due valli, distinte pel diverso dialetto, genovese e toscano, sono divise dal massiccio del Gottero; dopo il confluente della Vara la Magra ha letto assai ampio e considerevoli piene. Le prime sorgenti di questo fiume si trovano a 1166 metri, al colle della Cisa, e le acque raccolte in un bacino di 1512 chilometri quadrati scendono in mare dopo un corso di 64 chilometri: fino ai tempi d'Augusto la Magra segnava il confine d'Italia. Le grandi alluvioni di questo fiume hanno formato una estesa spianata larga oltre 1200 metri davanti all'antica città tirrena di Luni, che una volta si trovava sulla spiaggia; le stesse alluvioni hanno pure cangiato in lago una piccola baia del mare.
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