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      La riviera ligure da Nizza alla Spezia assume l'aspetto di una grande città, dove i quartieri popolosi si alternano ai giardini ed alle ville amenissime.
     
      La povertà dei ruscelli, l'asprezza dei burroni, le forti pendenze dei declivi, attribuiscono a codesta regione del litorale mediterraneo un carattere affatto diverso da quello delle regioni dell'Europa temperata e perfino del versante immediatamente opposto. Chi, dopo percorsi i magnifici boschi di castagni irrigati dalle acque nascenti dell'Ellero, del Tanaro, della Bormida, valichi le brevi vette, può credersi per un istante di essere trasportato in Africa o nella Siria. Le erbe, che dall'altro lato degli Apennini stendono dovunque i loro meravigliosi tappeti smaltati di fiori, sono più scarse da Nizza alla Spezia; solo pochi ampi prati naturali, e qualche aiuola erbosa mantenuta con grandi spese nei giardini ricordano le campagne del Piemonte e della Lombardia. Se i declivi e le strette valli della Liguria non fossero state trasformate dall'assiduo lavoro umano e dall'arte del giardiniere, gli Apennini non avrebbero avuto altra verdura che quella dei pini e dei roveti. La vegetazione dei grandi alberi non raggiunge la stessa altezza che sulle Alpi, sebbene gli Apennini godano di una temperatura media più elevata; all'altezza dove nella Svizzera si vedono ancora bellissimi faggi, sui declivi liguri gli stessi alberi sono intisichiti.
      Anche nella Liguria vi sono però zone eccezionali, e non mancano vegetali che si devono segnalare per la rarità o per la bellezza.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume V - Parte seconda - L'Italia
di Elisée Reclus
Società Editrice Libraria Milano
1902 pagine 794

   





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