La canapa ed il lino si coltivano in misura sempre più scarsa, e scarso è pure il prodotto del frumento; il resto si trae dalla Rumenia e dalla Russia. Il gelso vegeterebbe meravigliosamente sulle colline, ma è poco curato, se si producono appena 160 mila chilogrammi di bozzoli un anno sull'altro. I prati artificiali sono pochissimi, sebbene l'irrigazione riesca su molte pendici facile ed abbondante; anche i prati naturali sono stati diminuiti ed esausti, dagli abusi delle comunanze e dall'abbandono delle alture, dove si vedono gerbidi, terreni secchi con erbe dure, rari cespugli fra le roccie, su vaste superficie, che potrebbero essere coperte di pascoli.(230)
L'importanza economica delle foreste è molto scarsa, sebbene la Liguria sia il solo compartimento del regno dove la terra soggetta al vincolo forestale (181,347 ettari) è maggiore della terra arabile (156,058). Il vincolo era meno esteso nel 1893, essendovi soggetti 85,776 ettari sopra la zona del castagno, e 80,348 sotto di essa. Circa 65,000 ettari di questa superficie sopra la zona del castagno e 75,000 sotto - trattasi però di cifre poco attendibili - erano coperti di boschi per lo più assai radi, più di 900 ettari di cespugli e 17,000 ettari erano nudi di vegetazione. I principali prodotti dei boschi sono il legname d'opera e da fuoco, il carbone, le scorze per concia, le castagne, i funghi, le foglie secche, le ghiande, lo strame, le eriche. Nel quinquennio 1879-1883 si sarebbero ottenuti da questi prodotti quasi nove milioni di lire, con un medio reddito per ettaro di circa 10 lire; quale differenza dai terreni coltivati ad orti, a giardini ed a vigneti sulle rive del mare!
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