(231) Assai estesa è la coltura del castagno, di cui si utilizza il legno per lavori di falegname e per far carbone, e con maggior cura anche il frutto che non solo contribuisce in gran parte all'alimentazione del montanaro ligure, ma si esporta in Francia ed in America.
La suddivisione della proprietà, spinta in Liguria come forse in nessun'altra regione d'Italia, crea un gran numero di piccoli proprietari che risiedono quasi sempre nei loro poderi, per cui buone sono le relazioni esistenti tra i proprietari, i coltivatori delle terre ed i pochi giornalieri, che menano più dura vita. Per i prodotti principali è quasi da per tutto diffuso il sistema della mezzadria, mentre per gli altri si ricorre anche in Liguria al sistema dell'affitto. Il numero del bestiame è scarso e quindi poco importanti i suoi prodotti, sebbene alcune razze di bovini (Bardineto, Chiavari) siano molto pregiate. Il Ligure preferisce alla vacca la capra, di cui è ora costretto a disfarsi, come per i lavori agricoli e i trasporti preferisce il mulo e l'asino al cavallo, che non si produce quasi affatto. Anche l'allevamento dei pesci, dei polli, delle api è poco diffuso e generalmente trascurato, sì che la Liguria ha bisogno di una notevole importazione da altre regioni d'Italia.
La Liguria ha invece non comune ricchezza di minerali di pregio, marmi e lavagne. Nel comune di Ventimiglia si trova calce carbonata in cristalli, in quel di Taggia altre calci ricercate, e intorno a Triora ferro solforato in cristalli cubici nello schisto marnoso.
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