Nei comuni di Terzorio e Pompejana vi è una miniera di galena argentifera e in molti punti si lavorano depositi di calce carbonata, strati di pietra litografica, cave d'argilla marnosa. A Portoro, presso Portovenere, si trovano marmi neri screziati in giallo, che ricompaiono nei monti di Pornassio e di Mara; presso Vessima, su quel di Voltri, si scoprirono i resti di una miniera d'oro antichissima, aperta in una roccia serpentinosa, e tutto intorno a Celle e ad Albissola si scavano le terre che servono a far stoviglie, laterizi, vasi ed anfore: in essa si scoprirono denti di pesci, conchiglie e coralli che arricchirono parecchi musei. A Mállare si segnalarono importanti sfioramenti di antracite, con traccie di piante fossili; ma i minerali più utili della Liguria sono le piriti di rame e la lavagna. Le prime si scavano in vari siti, ma specialmente nel monte di Libiola, sopra Conscienti, dove si costruì nel 1901 anche una speciale strada d'accesso; dal 1866 si trassero di là oltre a cento mila tonnellate di rame, del valore di otto milioni di lire; e fra il minerale si trovano cupriti, epidoti, e si scoprirono utensili di pietra e di legno antichissimi. Le ardesie o lavagne si traggono specialmente dai monti di San Giacomo sopra Lavagna e da altri che dominano la valle di Fontanabuona; vi lavorano sparsi più di 1000 operai, che scavano le lastre, le dirozzano, sì che poi le donne ed i fanciulli le portano sulla testa sino alle rive del mare. Anche le roccie serpentinose forniscono marmi per utensili domestici e per decorazioni, notissimi i lavezzi e il verde di Polcevera.
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