Le industrie alimentari sono sviluppate e diffuse, e per la fabbrica della pasta da minestra, la Liguria non ha rivali, ed alimenta una cospicua esportazione; più di 300 fabbriche sono sparse in 80 comuni, con circa 1500 operai ed un prodotto medio che supera i 20 milioni di chilogrammi. La macinazione dei cereali si fa in più di mille opifici, la maggior parte assai piccoli, che impiegano 2500 operai, con una forza di 1250 cavalli, ed un prodotto che si ragguaglia a due milioni di quintali metrici di farina. L'estrazione dell'olio d'oliva si fa quasi dovunque, e vi sono connesse fabbriche di sansa e di saponi. La raffineria dello zucchero di Rivarolo impiega circa 1500 operai e molti più attendono alla preparazione delle conserve alimentari, tonno, acciughe, carni in conserva, legumi, delle frutta candite, delle confetterie, di liquori diversi, acque gasose, birra, cicoria, glucosio, cioccolatta ed altri prodotti alimentari.
Le industrie tessili serbano in Liguria antiche tradizioni, se ancora nel secolo XIV avevano grande rinomanza in tutto il Levante e persino in Africa i damaschi, le sete liscie ed operate, i velluti che ora si esportano di preferenza nell'America del Sud. Ma l'industria serica è in notevole decadenza, mentre ha uno sviluppo considerevole quella del cotone, importante anche prima che salisse in gran fiore nella stessa Inghilterra. I maggiori centri del cotonificio ligure sono nella provincia di Genova, a Voltri, Varazze, Rivarolo, Rossiglione, Campo Ligure, Cornigliano, Masone, Savignone, con circa 8000 operai, i quali dispongono di 36 motori a vapore e più di 50 idraulici, con una forza complessiva di circa 4000 cavalli.
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