Fra tutte le repubbliche delle coste occidentali d'Italia, Pisa fu la sola che abbia potuto contrapporsi ad essa; ma dopo lotte sanguinose, Genova finì per trionfare della rivale. Essa s'impadronì della Corsica, di cui duramente sfruttò le popolazioni; prese Minorca contro i Mori ed anche alcune città della Spagna, che restituì poi in cambio di privilegi commerciali. Nel mar Egeo i suoi patrizi diventarono proprietari di Chio, di Lesbo, di Lemno e d'altre isole; a Costantinopoli i suoi mercanti ebbero tanta autorità da condividere spesso il potere cogli imperatori. Essi possedevano quartieri importanti di codesta capitale dell'Oriente, di cui avevano fatto una succursale di Genova; perciò la perdita di Pera e del Bosforo segnò per essi il principio della rovina. In Crimea occupavano la ricca colonia di Caffa; forti castelli e fondachi genovesi sorgevano su tutte le strade commerciali nell'Asia Minore, e persino nelle alte vallate del Caucaso si trovano di tratto in tratto torri da essi costruite e che conservano il loro nome. A mezzo del Ponto Eusino, delle campagne della Georgia e del mar Caspio essi dominavano le vie dell'Asia centrale. Tutte queste colonie lontane della repubblica genovese valgono a spiegare la presenza di un certo numero di parole arabe, turche, greche, mescolate al provenzale, allo spagnuolo e specialmente al sardo, nel dialetto dei marinai liguri, ma nel suo complesso la lingua è italianissima sebbene la pronunzia di qualche parola s'avvicini alla francese.
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