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La città interna, divisa in sei sestieri, occupa 35 milioni di metri quadrati, e comprende i comuni di San Francesco d'Albaro, San Fruttuoso, Marassi, San Martino d'Albaro, Foce e Staglieno, annessi nel 1873. La parte antica, che si stende in riva al mare, è tutta angusta, povera di piazze, colle vie anguste e tortuose, dove, come narra Enrico Heine, "le comari chiacchierano sedute sui gradini ai due lati della via toccandosi colle ginocchia", piena di odori sgraditi e non di rado sucida. La città nuova sorge sulle alture, e nelle due vie che passano traverso a quelle, specie lunghesso i grandi corsi di circonvallazione a monte ed a mare, signorile e magnifica, con i frequenti giardini ed i grandiosi caseggiati in cui dimora il medio ceto, le allegre palazzine ricche di marmi, di dipinti, di ornati, fornite di tutte le comodità moderne. Molte e belle sono le piazze, dell'Acquaverde, colla stazione ferroviaria ed il monumento a Cristoforo Colombo, dell'Annunziata, dove si tiene la mattina il mercato d'erbe e di frutta, delle Fontane Morose, che la signora De Stael chiamava la Rue des Rois, tutta circondata di palazzi sontuosi. Vero centro di Genova è la piazza De Ferrari, dove fanno capo quasi tutte le linee tramviarie, e sulla quale sorgono il massimo teatro, l'Academia Ligustica ed il sontuoso palazzo dei Galiera; da esse la via Roma sale a piazza Corvetto, fra le villette Di Negro e l'Acquasola, col monumento a Mazzini e la grandiosa statua equestre di Vittorio Emanuele II; e di nuovo salendo per via Assarotti si riesce a piazza Manin, con una veduta ampia e magnifica.
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