Il Corno alle Scale è un'altra vetta attraentissima, dove Giuseppe Giusti era lieto d'esser salito anche tra le nebbie. "Il trovarsi lassù, non vedendo altro che pochi palmi di terreno davanti e dintorno, non udendo voce nè d'uomo nè d'altro animale, cinti da un oceano di nebbia, come una famiglia che scampi dal diluvio universale, ci compensò d'ogni perdita".(263) I contrafforti del Carpegna, coi loro numerosi e fantastici picchi, isolati, o seminati qua e là come sentinelle, spesso coronati da pittoreschi avanzi di roccie medioevali danno all'estrema Romagna un aspetto originale e pieno d'interesse.(264)
N. 69. -- SALSE E SORGENTI TERMALI NEL NORD DELL'APPENNINO.
[vedi 069.png]
Sul versante settentrionale degli Appennini si estende una zona corrispondente alle regioni vulcaniche del Veronese e del Vicentino, la quale è ancora teatro di curiosi fenomeni. A sud di Modena e di Bologna sfuggono qua e là dalle fessure del suolo getti di gas idrogeno, che in alcuni luoghi si poterono persino utilizzare per la preparazione della calce, per l'illuminazione e per altri usi industriali. Questi getti di gas, a Barigozzo, a Pietra Mala, a Porretta e in altri luoghi sono le "fontane ardenti", famose nell'antichità e nel medio evo, a causa delle combustioni spontanee che determinavano, e non di rado atterrivano i viaggiatori durante la notte. Parallelamente a questa zona di terre ardenti, ma molto più basso, sull'orlo della pianura, un'altra fessura del suolo è segnalata da una serie di bombe, o vulcani di fango, il più celebre dei quali è quello di Sassuolo, presso Modena; il più grande quello di Nirano, con un cratere di un chilometro di giro, le cui pareti di argilla azzurrognola hanno in un punto 70 chilometri d'altezza il circo interno non ha meno di 40 bocche secondarie, e se ne ricordano le celebri e paurose eruzioni.
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