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      Nei tempi remotissimi dell'epoca pliocenica grandiosi scoscendimenti seppellirono, sotto grossi strati di terreno, boscaglie gigantesche, i cui tronchi immani vengono anche oggidì messi allo scoperto dalle forre che i torrenti vanno scavando attraverso le plaghe più fertili e pianeggianti della montagna. La storia ricorda la rovina delle chiese di Cotroni, Treggiara, Valdalbero, quelle della chiesa di San Michele presso Renno, di Acquaria, di Magrignana. Nel 1130 fu così distrutta la rocca di Gombola, nel 1400 Castel Tagliato, nel 1495 diroccò tutta la grossa villa di Dismano, e gli abitanti andarono divisi tra i comuni di Monteforte e di Riva. Il 12 aprile 1590 una frana poco lungi da Sestola distrusse chiese e case e formò nel Leo un ampio lago, con strage grandissima d'uomini e d'animali; nel 1728 un'altra frana distrusse l'Arsicciola ed arrestò per più giorni il corso del Fellicarolo; un altro lago si formò nello Scoltenna nel 1879 con grandi rovine del territorio di Vaglio, e nel 1896 una frana spaventevole ha quasi interamente distrutto l'ameno paesello di Sant'Anna Pelago. Queste frane, determinate quasi sempre da grandi pioggie, non solo formarono laghi, ma ne distrussero: quella di Groppo, disseccò completamente il lago di Borra Scura, e allo stesso modo scomparvero i laghi di Acquaria, di Lama, di Pian dei Lagotti ed altri segnati sulle antiche carte. Grandiose fra tutte sono le frane di Sassatella, lunghesso il Dragone e di Lama di Mocogno, enormi fiumane di materiali incoerenti, che compromisero e rovinarono più volte interi tronchi della strada nazionale, distrussero vasti terreni coltivati, e lasciarono vaste distese nude, coperte di materiali incoerenti, solcate da numerose e varie fenditure, che rendono impossibile qualunque vegetazione e, per l'acqua che vi penetra, diventano cause di nuovi movimenti.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume V - Parte seconda - L'Italia
di Elisée Reclus
Società Editrice Libraria Milano
1902 pagine 794

   





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