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      La laguna di Comacchio, spazio intermedio tra la terra e le acque, si prolungava una volta ad una grande distanza verso il sud, formando l'immensa laguna di Padusa, che circondava colle sue acque Ravenna; infatti Strabone, Sidonio Apollinare, Procopio la descrivono sorgente dalle lagune, come oggi Venezia e Chioggia. La Padusa è da lungo tempo colmata, ma gli spazi non ancora prosciugati della laguna di Comacchio occupano più di trentamila ettari, con una media profondità di uno a due metri.
      Come quelli di Venezia, i lidi di Comacchio, spezzati di tratto in tratto da breccie che lasciano entrare le acque vive del mare e le barche, sono gli avanzi dell'antico cordone litoraneo. Altrove hanno presa la forma di dune, che continuano appunto in tutto lo stagno di Comacchio. Dall'Adige a Cervia queste antiche spiaggie, che datano almeno dal tempo dei Romani, sono qua e là coperte di pini, cupi e solenni, i cui rami sempre curvi sembrano mandar gemiti sotto le percosse dei venti marini. In alcuni luoghi le quercie si sostituirono ai pini; per lo più poveri cespugli di ginepri e d'altre piante coprono il suolo e nascondono ancora qualche cinghiale.
      A misura che le lagune protette da questi baluardi contro l'alto mare vengono a colmarsi, e le alluvioni si estendono, il mare afferra le sabbie per formare nuove lingue curvilinee uguali alle antiche; immediatamente a sud del ramo maestro del Po tre di coteste catene di dune, dipartendosi dallo stesso punto, divergono a ventaglio verso il sud.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume V - Parte seconda - L'Italia
di Elisée Reclus
Società Editrice Libraria Milano
1902 pagine 794

   





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