Prima di entrare nel Po, accoglie il Recchio e lo Stirone, scesi dai monti di San Pellegrino Parmense per San Donnino, dopo aver accolto numerosi affluenti. Il Parma si forma di molte parme, scese dal lago Santo, dal pizzo di Badignano, dai laghi Scuro e Gemio; tocca Langhirano, e presso Parma accoglie un affluente di poco ad esso inferiore, il Baganza, trattenuto sotto Calestano dalla poderosa diga di Ronzano. Come i confratelli anche il Parma sembra riluttante a confondere le sue acque a quelle del Po, perchè le trattiene in vasti meandri, le disperde in canali, sino a che presso Colorno si decide e volge al maggior fiume.
L'Enza nasce a 1500 metri da infiniti rivi, accoglie il Cedra, sceso dai laghi di Ballano, di Palo e Verde, ed il Tassobbia, che alle Gazze forma un serbatoio naturale, lungo quasi sino al confluente del Cedra. Presso San Polo d'Enza confluiscono in esso le due Termina, poi si divide e suddivide in canali infiniti che appena se ne discerne il ramo principale, che scende al Po, presso un ramo morto del Parma. Altri fiumicelli solcano la provincia di Reggio, ma pochi importanti fuor del Crostolo, mentre nella parte inferiore è tutto un aggrovigliamento intricato di canali, di navigli, di gore, che fecondano la terra, giovano all'agricoltura, ma danno all'aria una costante umidità. Della giogaia dello spartiacque fra l'Enza e la Secchia forma parte quella Pietra di Bismantova, una modesta vetta (m. 1047) a scirocco di Castelnuovo nei Monti, ricordata dall'Alighieri:(272)
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