Gli ingegneri, fuorviati dalla irregolarità delle inondazioni, hanno intrapreso i lavori più svariati, e proposero progetti di riforma i più contradditori nello intento di domare questo nemico più terribile dell'Acheloo abbattuto da Ercole. Lo si gettò nel Po, poscia lo si rivolse verso est per versarlo direttamente nel mare; si è pure progettato di abbandonargli la laguna di Comacchio per farne durante uno o due secoli il suo bacino di colmata; ma ogni nuova derivazione ha i suoi inconvenienti; mentre v'ha chi crede d'essersi sbarazzato dell'incomodo vicino, altri lamenta le inondazioni e le febbri che apporta, e i danni che arreca alle pescaie e ai tratti d'acqua navigabili. Alle alluvioni del Reno è dovuto in gran parte il totale insabbiamento del Po a Ferrara.
Il Reno nasce nel cuore dell'Appennino, tra il colle delle Piastre e il colle del Ceruglio e corre quasi sempre da sud a nord, seguendo per breve tratto il confine tra le provincie di Firenze e Bologna. Accoglie il tributo di molte valli, tra le quali i corsi rapidi e precipitosi delle due Limentre, sopra e sotto i Bagni della Porretta, del Sette, del Sella, della Vezzola. La ferrovia lo segue, spesso lo attraversa, soffrendone non di rado gravi danni; più volte la piena portò via non solo minori ponti, ma anche una parte di quello lunghissimo presso Bologna (1893), dove il Reno ha un letto di oltre mezzo chilometro e pure insufficiente a dar sfogo alle piene irruenti. Girando intorno alle colline di Bologna, il Reno forma, tra altre, l'isola dove, nel 43 avanti Cristo, convennero i triumviri Ottaviano Augusto, Marc'Antonio e Lepido, per spegnere la libertà di Roma e dividersi le spoglie della Repubblica.
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