Il Sillaro nasce a Monte Taverne (950 m.) e Tre Poggioli, e dopo un tortuosissimo corso di 73 chilometri, quasi senza uscire dalla provincia di Bologna, si scarica insieme al Quaderna abbandonato nel Reno-Primaro alla Bastia, segnando il confine di Romagna, prima col territorio bolognese, poi, nei 34 chilometri del Reno-Primaro, col Ferrarese. Entrato nella pianura a Castel San Pietro, il Sillaro, Salarus di Plinio, è arginato nel suo corso inferiore per 23 chilometri, e talora gli argini sovrastano di otto o dieci metri sulla campagna. Sulla destra accoglie i rivi di Cuna, di Sassatello, di Montemerlo, il Sillustra, il Correcchio, e sulla sinistra il fosso di Monterenzo, ed i rivi di Rignano, di Frassineto e di Castellazzo, alcuni dei quali, anche nei tempi storici, modificarono notevolmente il loro corso. Il Vaternus degli antichi, modificato in Santerno dall'errore d'un copista del V secolo, nasce al monte Citerna (1200 m.) sul confine tosco-romagnolo, per dirigersi ad oriente verso Firenzuola, indi al nord, toccando Castel del Rio ed a Greco passando per Fontana Elice e Rossignano. Entrato nella pianura, tocca Imola, Mordano, e volge al nord, traversando una parte della provincia di Ravenna per unirsi dopo un corso di cento chilometri al Reno Primaro. Prima del 1460 si scaricava nella Padusa, poi nelle valli ravennate, e vi fu di nuovo condotto nel 1613 con la vana speranza di restituire a coltura i terreni di San Lorenzo in Selva. Perciò nel 1626 fu restituito al Po, deviandolo al passo del Gatto, sì che il vecchio letto si chiama tuttora Santerno abbandonato.
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