Nè meno importanti sono le pinete del litorale, specie intorno a Ravenna, sebbene si possano dire appena un'ombra del passato.
In molti luoghi dell'Appennino abbondano più che altrove le male erbe, cicute, gladioli, lingue di cane, gramigne ed ortiche.
I fiumi ed i laghi, questi assai pochi e piccoli, sono scarsi di pesci. In alcuni bacini superiori abbondano la trota rossa, la lasca ed il barbio, in basso l'anguilla, una delle principali industrie delle valli del Comacchio. La costa adriatica invece è molto ricca di pesci, insidiati di continuo da una numerosa popolazione, colle reti maneggiate dalle piccole barche costiere. Sardine, sogliole, anguille, cefali, merluzzi, rombi, razze, aguselle, seppie, calamai, sgombri, gamberi, ostriche, cappe, canocchie della costa di Romagna si smerciano non solo nella regione, ma in tutta l'Italia. Nell'Appennino vivono ancora allo stato selvaggio donnole, faine, ghiri, puzzole, ricci, scojattoli, talpe, tassi, qualche volpe, e varie qualità di lepri. Come sulle Alpi e nella regione padana, troviamo del resto sorci montani ed agresti, la mustela erminea e la capra, il canis aureus e l'arvicola arvalis, oltre a tutti gli animali domestici comuni nelle altre parti d'Italia. Gli uccelli non sono molto numerosi; una metà circa delle specie emiliane si può ritenere sedentaria, l'altra metà di passaggio regolare, irregolare, o di più lunga dimora estiva od invernale. Infiniti sono gli insetti, alcuni nocivi alle piante come il zabbro, la forbicella, molte rughe, non però speciali alla regione, come non ha alcun rettile proprio; neppure molto numerosi sono quelli comuni con altre.
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