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      Tutta la regione venne sempre tenuta in grande considerazione da Roma; a Ravenna, dove eransi rifugiati gli imbelli Cesari della decadenza imperiale, fu spento da Odoacre, con Romolo Augustolo, l'Impero romano.
      I barbari di Odoacre e di Teodorico continuarono a tenere in gran conto l'Emilia, governando il regno loro da Ravenna o da Parma; ed a Ravenna si stabilì l'esarcato, che nell'Emilia irradiò tutta la sua forza di resistenza al nuovo dominatore longobardo, in due secoli di lotta continua. E quando alla monarchia longobarda pare d'aver conseguito il trionfo finale, dal fatto medesimo scaturiscono le ragioni che conducono alla catastrofe inevitabile, perchè Pipino re dei Franchi, chiamato in Italia dal Pontefice, toglie a re Astolfo la Pentapoli e ne fa donazione, con la marca d'Ancona, alla Chiesa, come non aveva fatto Costantino. Indi quel distacco che doveva durare tra la Romagna e le altre parti di questa regione, aggiunte alla prima donazione da Carlo Magno. Le due parti furono poi strette dall'intimo legame del diritto romano, che durò traverso i tempi, superò l'affastellamento delle leggi barbariche, la violenza delle soperchierie bizantine, come più tardi i placiti regi e imperiali, le usurpazioni feudali, le ambizioni papali e le prepotenze teutoniche. A Ravenna prima, poi a Bologna, il diritto romano venne mantenuto, osservato, difeso coll'entusiasmo e coll'affetto di un ideale; lo studio di Bologna diventò per opera di esso il faro che illuminò la marcia dell'umanesimo verso più miti ideali, verso più alti destini.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume V - Parte seconda - L'Italia
di Elisée Reclus
Società Editrice Libraria Milano
1902 pagine 794

   





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