Ben si può dire che questa terra vulcanica più d'ogni altrasimili a sè gli abitatori produce.
Rinvigoriti nella lotta contro le acque e contro una delle peggiori oppressioni che la storia ricordi, serbarono fiero ed indomito carattere, fede agli antichi usi, e una certa ruvidezza di modi, compensata da una grande sincerità e ingenuità di natura quasi primitiva. Come tutte le nature schiette e franche, hanno grande facilità all'entusiasmo, s'appassionano presto e a quando a quando trascendono; sui loro animi focosi la politica fa gran presa, sì che il concorso alla vita pubblica è generale e tumultuario. Sono stati molto peggiorati dal governo papale, che nulla di buono ha mai saputo fare per essi e per il paese, ma la libertà ha in gran parte sanata questa triste eredità del passato.(281) Guglielmo Ferrero considera la Romagna come "uno degli ultimi e meno imperfetti esemplari che rimangano in Europa di società a tipo di violenza. La società è ancora, specialmente in campagna, pochissimo differenziata in classi; lo spirito borghese comincia ad alitare nelle città, ma più debole che altrove". Hanno una grande energia che si dimostra del pari nelle funzioni della riproduzione e nei lauti e abbondanti pranzi, sì che vanno famosi del pari per gli stomachi fortissimi ed i matrimonii precoci.(282)
Il dialetto ritrae dal carattere del popolo più che altrove. "Non è infiorato di rose, ma brulicante di scorpioni; per espressioni pittoresche e crudissime, per bestemmie esplodenti, per ingiurie che bruciano la pelle, pochi possono rivaleggiare con lui".(283) Il dialetto emiliano è ascritto dai glottologi alla famiglia dei gallo-italici ed i confini dialettali non si scostano di molto dai confini geografici dell'Emilia; ma come si avvertono propaggini celtiche a sud dell'Appennino, ve ne sono di toscane a settentrione di esso, mentre nelle alte valli del Taro e della Trebbia si sente nella parlata l'influenza ligure, specie dove le insellature rendevano più agevoli le comunicazioni, e più sono notevoli di qua che di là, per la maggior ripidezza del versante toscano.
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