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      Le pecore danno ottime lane, e sono pur troppo ancora numerose le capre; si allevano svariate ed ottime qualità di maiali suscettibili di un grande ingrassamento, e non solo vengono esportati, ma si fa molto uso della loro carne per consumarla fresca o per le celebrate preparazioni della regione, lo zampone di Modena, la mortadella di Bologna ed altre. Invece sono pressochè sparite le celebri razze di cavalli del medio evo e i nuovi incrociamenti con cavalli inglesi non diedero prodotti abbastanza resistenti, come richiederebbe la natura del terreno; asini e muli si usano specialmente nell'Appennino, ma non in gran numero e di razze poco pregiate.(293) L'agricoltura è sempre allo stato primitivo, l'allevamento del pollame ha avuto qualche impulso dalla grande esportazione, ma potrebbe dare risultati di gran lunga maggiori.
      Tra le miniere hanno qualche importanza quelle di zolfo della Romagna. Nel principio del secolo le miniere più importanti erano quelle di Perticara, Predappio, Casalbuono, Formignano e Luzzena e se ne contavano 135, quasi tutte in provincia di Forlì. La maggior parte furono abbandonate, sì che nel 1886 erano in esercizio appena sedici, la metà delle quali nel Montefeltro, e davano nelle provincie di Forlì 16,407 tonnellate di zolfo del valore di 1,402,748 lire, occupando intorno a 1600 operai; adesso queste cifre sono ancora e di molto scemate. Vi sono qua e là cave di gesso, calcari per costruzione, arenarie per lastricati, pavimenti e coperture di fabbricati, ed altre pietre da fabbrica.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume V - Parte seconda - L'Italia
di Elisée Reclus
Società Editrice Libraria Milano
1902 pagine 794

   





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