San Lazzaro di Savena, Zola Predosa, corruzione forse di petrosa, hanno anch'esse territori feraci, coltivati con grandissima cura e cospicue industrie; da Zola venne la famiglia di Francesco Raibolini detto il Francia. Bazzano vuolsi costruito dalla contessa Matilde, e lo fortificarono i Bentivoglio; nell'antica chiesa si ammirano celebrati dipinti del Cantorini e del Gandolfi. Del Castello di Serravalle, che diede nome al comune, restano poche rovine a 320 metri sul livello del mare, dove ci troviamo già nella regione dei pascoli e dei boschi, mentre le donne continuano a cardare e filare la canapa; anche Crespellano o Crespolano aveva un forte castello, che più non impaura oggi i laboriosi agricoltori delle infinite ville e dei casolari del comune. Monte San Pietro va celebrato per l'aria saluberrima dei dieci o dodici villaggi che lo compongono intorno alla rocca smantellata nel 1420 da Braccio di Montone: sulle sue rovine si abbarbica fitta l'edera, come intorno alla rocca di Monte Veglio, l'antico Mons Bellicus, una delle più fieramente combattute tra bolognesi e modenesi, che oggi si danno convegno nelle ville amenissime del suo territorio; Savigno è invece una povera terra, con i numerosi gruppi di casolari sparsi sulle sassose pendici diboscate tra le quali nasce e scende precipitoso il Samoggia. Lojano, sulla gran strada della Futa, fu già cinto di mura; il capoluogo sente l'influsso della vicina Toscana, e più Monghidoro, presso al confine, a 841 metri sul livello del mare, dove era un monastero d'Olivetani, nel quale solevano fermarsi imperatori e re, cardinali e prelati.
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