Il mausoleo di Teodorico, sepolto in parte nel suolo, è coperto da un monolito di marmo d'Istria, che non ha l'eguale; quello di Dante raccoglie in pace le contrastate ossa di lui, dapprima nascoste dai francescani, quando Leone X le voleva per la sua Firenze, e deposte in quel mausoleo quando in Santa Croce gli si innalzò un monumento, mentre "sui resti mortali continua a vegliare la fede del forte popolo di Ravenna, custode degno".(304) Il Palazzo del Comune, le case dei Traversari e dei Polentani, i palazzi Baronio, Pasolini, Rasponi, il Museo nazionale delle antichità, la biblioteca comunale, l'Accademia di belle arti, il teatro Alighieri sono edifici degni di una grande città. La torre comunale di 40 metri è la sola che rimane di molte cadute, smantellate, distrutte dai terremoti, ruinate dai secoli, ed è anch'essa lievemente inclinata. Nelle vie, sulle piazze sono altri monumenti, ai martiri di Ravenna, a Garibaldi, a Luigi Carlo Farini, e qua e là qualche gran croce architettonica. Anche Ravenna va celebrata pei numerosi e fiorenti istituti di beneficenza.
Nei dintorni, oltre alle due chiese di Santa Maria in Porto e Sant'Apollinare in Classe, si trovano le rovine di un'altra città, la marittima Classe, di cui la chiesa è unico avanzo, già ricca di templi alle deità pagane, di magazzini e cantieri, di basiliche e sepolcri. La colonna dei Francesi, sulla riva destra del Ronco, ricorda la sconfitta di Gastone de Foix: sulle rive del canale Corsini si estende il vasto cimitero monumentale ed a tre chilometri da questo è il Capanno, che nel 1849 "tolse alla strage degli erodiani austriaci e di Roma Garibaldi liberatore", come dice l'iscrizione che vi fu murata.
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