Su Montefiorino, a 797 metri, in posizione amenissima, domina l'antica rocca, che ha però perduto l'aspetto feudale, mentre due o tre casupole del vicino villaggio conservano le vecchie scale esterne e le loggette o ballatoi di legno caratteristici di quei luoghi; nel 1652 una enorme lavina ruinò gran parte della frazione di Castrignano, lasciando intatte appena 12 case, un'altra distrusse quasi del tutto quella di Savoniero; nella frazione di Rubbiano si ammira la chiesetta romana, forse meglio conservata dell'Appennino modenese. La strada delle Radici è qui tutta una serie di frane, tra le quali si scorgono avanzi di una miniera di rame, ricordi del Lago dei Gamberi, sorgenti di idrocarburi che illuminano la strada di notte, ed estese formazioni serpentinose. Frassinoro deve l'origine e la fama alla badia dei Benedettini ivi fondata nel 1070 dalla contessa Beatrice con cospicue dotazioni: anche qui le frane determinarono immensi danni di terreni e di case, come a Romanoro, piccola terra famosa per esservi infierito a lungo il malandrinaggio. Oltre Pian dei Lagotti la strada mette capo al Santuario di San Pellegrino, intorno al quale la leggenda si sbizzarrì in prosa, in poesia, persino sulle scene.
Il comune di Monfestino in Serramazzoni è, come gli altri, un assieme di molte frazioni; parecchie ebbero per secoli distinta vita comunale, e persino combatterono tra loro lunghi ed acerrimi conflitti. Ammirando uno dei più splendidi panorami d'Italia, si passa sotto la torre della Bastiglia, ridotta alle quattro mura: la regione è tutta ricca di frutteti, di castagneti, di viti, che producono il miglior vino modenese.
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