Mentre il Valery la descrive fra tutte incantevole e di così gaio aspetto da meritare che vi sia nato l'Ariosto, Lady Morgan la paragona ad una città della sua Irlanda, per la miseria e la sporcizia, giudizio che se era una favola a quel tempo, oggi sarebbe una vera calunnia. Reggio ha una cinta murata di tre chilometri, che presenta la forma di un esagono, con due porte laterali e due barriere attraversate dalla via Emilia; a tramontana sorge l'antica cittadella, con un suo proprio recinto, ridotto a giardino pubblico, su cui danno un teatro, e tre grandi caserme. Sulla piazza Vittorio Emanuele si trova il Duomo del decimoquinto secolo, con traccie dell'anteriore costruzione romana del duodecimo; all'entrata e nell'interno varie statue di Prospero Clementi, allievo di Michelangelo, che i Duchi, peggiori dei Vandali, non poterono portar via come la Notte del Correggio, la Madonna di Guido Reni ed altri capolavori onde il tempio era adorno. Il Santuario della Madonna della Ghiara è uno dei più belli d'Italia, in marmo di Verona, con pitture pregiatissime; la basilica di San Prospero patrono della città fu eretta nel 1504 al posto di una antica chiesa lombarda, ed è anch'essa un altro museo. La biblioteca municipale si addita tra le più ricche, e il museo di storia naturale, ordinato da Lazzaro Spallanzani, è pregevolissimo. Reggio possiede istituti di beneficenza cospicui, un palazzo reale, e non pochi privati assai notevoli, fra cui la casa dove nacque l'Ariosto. Ha belle piazze, vie con portici, ampi viali alberati, e bene a proposito vi si fondò una scuola d'agricoltura, essendo la regione tutta intorno ferace e ricca di prodotti agrari ricercatissimi.
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