Scandiano è patria del Bajardo, di cui tuttora sussiste l'avito castello e di Lazzaro Spallanzani; la città ha quattro porte e siede in posizione amenissima, con bei palazzi ed altri istituti importanti; da essa dipendono numerose frazioni, alcune munite già di castelli caduti in rovina. Anche Castellarano aveva il castello d'un Oleriano sulla sommità di una ripa d'arenaria, fra ridenti colline. Carpineti, sulla montagna, sorgeva tra foreste di carpini, dove la contessa Matilde compiacevasi di soggiornare ed innalzò la rocca e il palazzo; ma il paese più notevole della montagna è Castelnuovo nei Monti, con più di trenta frazioni; nel suo territorio sorge la rupe di Bismantova, nei cui dirupi Dante trovò un poetico confronto col balzo del Purgatorio occupato dai negligenti; Villa Minozzo, poco sopra al confluente del Dolo nella Secchia, ebbe già un fortissimo castello, posseduto da conti e da vescovi. Collagna, immortalata dal Tassoni col vero nome di Culagna, Ramiseto e Ligonchio sono piccoli comuni alpestri, alle falde del Belfiore e del Cusna, quasi all'estremità della provincia. Lunghesso il corso dell'Enza, che forma il confine col parmense, si trovano ancora Bibbiano, Ciano, Vetto, e sulla via per la Garfagnana, Vezzano, lambito dal Crostolo, Casina, e Busana, mentre Campegine, Bagnolo, Cadelbosco, San Martino, sorgono in aperta pianura, centri agricoli di crescente importanza.
Il secondo circondario della provincia comprende appena dodici comuni, stretti intorno a Guastalla, nell'aperta pianura traversata dal Po ed irrigata dai suoi affluenti.
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