Il congresso di Vienna diede Parma, con Piacenza e Guastalla, "in piena proprietà e sovranità" a Maria Luisa che ne fece saggio governo, vi costruì strade, riordinò le finanze. Ristaurati i Borboni, Carlo II fu scacciato, Carlo III assassinato, sino a che, nel 1859, la città respirò come uscita da un incubo di sanguinose ferocie.
N. 80. - L'APPENNINO EMILIANO.
Dalla Penisola italiana di T. Fischer, trad. dall'ing. V. Novarese e prof. M. Pasanisi, edizione Un. Tip.-Ed. di Torino.
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Parma è forse la più importante tra le minori città che ebbero in Italia onore di capitale. Attraversata anch'essa, tra le due barriere di Vittorio Emanuele e di Massimo d'Azeglio, dalla via Emilia, tagliata perpendicolarmente a questa dal torrente Parma, attraversata da tre ponti oltre a quello della ferrovia, essa è sopratutto una città sacra alle arti. Sulla gran piazza s'innalzano il palazzo del Governo, quello del Municipio colle statue del Correggio e di Garibaldi, col Duomo, monumento insigne di stile lombardo romano. L'interno di questa cattedrale è a tre navate con quattordici colonne: nell'ottagono della cupola il Correggio dipinse l'Assunzione: "Pare che gli angeli s'innalzino a volo ed il mondo cristiano sia trascinato dietro ad essi nello slancio dell'estasi; si direbbe che essi stanno per attraversare la volta, per continuare lieti il loro volo nell'aria". Il Battistero, dello stesso stile della chiesa, è ricco di sculture e altorilievi del secolo XIII. Tra le molte altre chiese sono specialmente notevoli quelle di San Giovanni Evangelista e della Madonna della Stellata; la prima è un elegante edificio del Rinascimento, la seconda ha la forma di croce greca e sono due veri musei d'arte.
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