In Val della Trebbia, scendendo da Bobbio, troviamo gli alpestri comuni di Coli e Travo, poi Rivergaro, centro importantissimo della valle, dove si fa un gran mercato di prodotti rurali ed alpestri. Rivolta, Gossolengo e Sant'Antonio, nella pianura, sono tutti difesi da robusti argini contro le irruenze della Trebbia; San Lazzaro e Mortizza sono alle porte di Piacenza: quest'ultima fu a lungo malsana per esalazioni palustri, come dice il suo stesso nome. Scendendo invece la valle della Nure, tra gli alpestri dirupi dei monti, troviamo Ferriere, che prese nome dal ferro estratto nei dintorni e lavorato nelle sue fucine ed ha frazioni miserabili di pastori; poi Farini d'Olmo, importante ed industrioso comune, Bettola, che ebbe un grande sviluppo, sebbene costretta a difendersi dal Nure e dal Montù con spese ingenti; nel medio evo, come poche altre terre, fu insanguinata di civili discordie tra i suoi prepotenti e facinorosi signori; a Ponte dell'Olio, si scaricava l'olio sceso dalla Liguria a dorso di mulo per caricarlo sui barozzi; seguono Vigolzone, Podenzano e San Giorgio, tra i quali il Nure si allarga e irriga ridenti campagne, e infine Pontenure, grossa borgata industriale. Presso Ponte dell'Olio, che ha pure importanti industrie, si trovano gli avanzi dell'antica città di Velleja, che arricchirono già il museo di Parma; venne sepolta nel 278 da uno scoscendimento della montagna giustamente chiamata Rovinasso e Moria; dal 1760 vi si scavarono gli avanzi di teatri, di templi, di fori, di tombe anteriori all'epoca romana.
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