(341) Infine, verso i confini della regione, l'altipiano si eleva e forma una giogaja giurassica che alla vetta di Cetone supera i 1100 metri, ma poi di nuovo si adima, e raggiunge con vette più modeste la valle del Paglia, alla quale scendono borri profondi, incassati, franosi, che costringono anche qui le strade ad inerpicarsi su i dossi e le colline. Oltre il Paglia incomincia la regione vulcanica laziale.
Tra questi monti e quelli che formano più propriamente l'Antiappennino tirreno, si stendono varii gruppi tra loro distinti. I monti di San Miniato e di Volterra, fra Arno, Era, Elsa ed il passo di Casole, che superano di poco i 600 metri e sembrano onde di mare, sono percorsi da strade e seminati di villaggi quasi sempre sulle alture, come la stessa Volterra. Scendendo verso mezzodì, questa regione assume aspetto quasi carsico, con avvallamenti imbutiformi prodotti dalle acque sotterranee. L'altipiano di Montalcino è invece fitto di quercie, ricco di sorgenti minerali e di marini, con punti culminanti di circa 600 metri, come i poggi di Civitella, d'Osticcio, di Montalcino.(342)
ABBAZIA DI MONTE OLIVETO MAGGIORE (PROVINCIA DI SIENA) --
VEDUTA PANORAMICA.
Da una fotografia dello stabilimento dei Fratelli Alinari di Firenze.
[vedi figura 599.png]
I monti livornesi fra l'Era, il Cecina ed il litorale sono quasi divisi in due parti dal basso valico di Orciano, dove passa la ferrovia maremmana. Non hanno vette superiori a 650 metri, e somigliano molto ai monti oltre l'Era per l'aspetto, per le frequenti borgate, per le acque termali, salvo che vi si mostrano assai più frequenti le roccie serpentinose, con prevalenza di quella, che da un villaggio della regione tolse appunto il nome di gabbro.
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