Più che in altre regioni, è diffuso l'uso del vino, di cui 160 comuni, cioè assai più della metà, fanno consumo notevole, mentre l'abuso di bevande alcooliche rimane inferiore alla media del Regno. Altri indizii dimostrano che la Toscana ha fatto notevoli progressi sulla via della civiltà: le strade sono per buona parte lastricate, si provvede con gran cura alla loro nettezza, ed i letamai sono generalmente fuori dell'abitato: ancora lascia a desiderare in troppi comuni la fognatura delle vie, non solo per le acque piovane, ma per le stesse materie immonde, mentre vi è più curata la fognatura delle case, e, come in poche altre regioni d'Italia, sono numerosi, lontani dall'abitato e tenuti con gran cura i cimiteri.
Di molte parti della Toscana si potrebbe dire con Gian Carlo Leonardo De Sismondi, che "le colline uniscono la grazia alla ricchezza, sfoggiando i tesori della coltura come un accessorio agli incanti della prospettiva. I campi disposti a terrazze, una sopra l'altra, sembrano come chiusi dentro alle vigne. L'erba circonda il grano, mescolando la tenera verzura al grano delle spiche; gli olivi, che ombreggiano quasi tutta la costa, aggiungono dolcezza al quadro, arrotondando i profili delle creste più acute ed ardite. Se il loro verde è sbiadito e melanconico, la varietà lo rende gradevole; le loro forme pittoresche e l'elegante sveltezza ne compensano il pallore. I boschi di castagni coronanti le colline, che spesso le intersecano digradando lunghesso i torrenti, contrastano piacevolmente con l'olivo per la bellezza della frappa, la distesa dei rami, la maestà delle forme.
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