Il pieghevole genio dei Toscani si rivelò in ogni genere di lavoro; fra i grandi nomi storici, i Fiorentini possono affermare come loro propri moltissimi dei più insigni. Quali uomini hanno mai esercitato nel mondo dell'intelligenza e dell'arte un'azione più potente di Giotto, Orgagna, Masaccio, Michelangelo, Leonardo da Vinci, Andrea del Sarto, Brunelleschi, Dante, Savonarola, Galileo, Machiavelli? Anche Amerigo Vespucci, che diede il suo nome al nuovo continente scoperto al di là dell'Atlantico, è fiorentino. Si volle vedere una ingiustizia del destino, od anche l'effetto di una odiosa soperchieria, in codesta sostituzione del nome del geografo e viaggiatore astronomo Amerigo a quello del navigatore Colombo nell'appellativo del nuovo mondo; ma dal punto di vista storico ciò appare giusto. La Spagna monarchica celava gelosamente il segreto delle sue scoperte; è pertanto affatto naturale che il suo rappresentante ne abbia parzialmente perduto l'onore. Ma Firenze, la città repubblicana, dove la scienza era largamente coltivata per sè stessa, dove i racconti dei viaggi trovavano il maggior numero di lettori, donde le novelle si spargevano più liberamente in Europa, non aveva alcun interesse a nascondere nei propri archivi le narrazioni e le descrizioni del suo cittadino Amerigo. A mezzo degli scritti di lui, e specialmente della sua celebre lettera del 1503, il grande avvenimento della scoperta acquistò la maggiore importanza per i suoi contemporanei; quel mirabile scritto venne tradotto in tutte le lingue, colla dotta e poetica descrizione di quelle contrade "che debbono essere vicine al Paradiso terrestre, se ve n'ha sulla Terra"; e quindi naturalmente si attribuì il nome del dotto fiorentino al Nuovo Mondo.
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