Ciò accadde perchè, invece di vivere della libera vita delle repubbliche italiane, essa si attaccava al culto del passato, ed era già morta la lingua stessa che sforzavasi di mantenere. La città dei papi non aveva altra letteratura che quella di atti redatti in un latino che assai da lontano imitava quello di Cicerone. A Roma, l'italiano volgare doveva restare un dialetto, mentre a Firenze diventava una lingua, ad onta dell'accento gutturale trasmesso dagli Etruschi; ed i Romani non ebbero che la missione, del resto assai importante, di dare ad essa la loro bella e armoniosa pronuncia. È noto quale spirito di pura e delicata poesia mova dagli stornelli cantati nelle veglie dai contadini di Toscana, e quanto abbia contribuito il bel dialetto fiorentino a far dell'Italia un popolo indipendente. I cultori di Dante a buon dritto affermano, fino ad un certo punto, che l'unità nazionale era fondata dal giorno in cui il grande poeta aveva foggiato la sua bella lingua armoniosa e stabile con tutti i dialetti parlati nella penisola. Non è forse nel leggiadro idioma fiorentino e a Firenze stessa, che dal 1815 al 1830 si preparò col mezzo della letteratura e della propaganda codesto grande movimento intellettuale donde sorse in gran parte l'indipendenza politica della nazione?
CASA NATIA DI DANTE A FIRENZE.
Dai Fratelli Alinari di Firenze.
[vedi figura 639.png]L'emigrazione è notevole in due provincie toscane, scarsa o pressochè nulla nelle altre. I Lucchesi si trovano quasi in tutto il mondo, ma specialmente in America, con le figurine e le piccole baceche, che servono a mettere insieme la prima fortuna.
| |
Cicerone Roma Firenze Etruschi Romani Toscana Italia Dante Firenze Fratelli Alinari Firenze Lucchesi America
|