I Medici, come scrive F. Gregorovius, "fondarono in origine la loro potenza, non colle armi e col sangue, sì col commercio, la ricchezza e le virtù; i primi Medici non furono tiranni, ma i cittadini più colti e benefici della loro patria. Con Lorenzo il Magnifico ebbe fine una grande epoca d'Italia, e si chiuse il miglior periodo della casa Medicea". Cacciati i Medici, passato Carlo VIII, Firenze subì la singolare tirannide democratico-monastica di fra Girolamo Savonarola, arso sul rogo come egli aveva fatto ardere tutto ciò che poteva dilettare i sensi. Con Leone X e l'assedio di Firenze, immortalato da F. D. Guerrazzi, ebbe fine nel 1530 la libertà fiorentina. L'inviato imperiale vi ristaurò i Medici, duchi nel 1537, granduchi per decreto di Pio V nel 1569, per estinguersi nel 1737 con principi imbelli, dissoluti, che inaridirono le fonti del pubblico benessere, e volsero la patria a irrimediabile decadenza. Succedettero ai Medici i Lorenesi, che tra molti principi imbecilli o perversi diedero alla Toscana il regno per molti titoli glorioso di Pietro Leopoldo. La Francia ne fece un regno d'Etruria, e nel 1814 la restituì ai Lorenesi, scacciati nel 1848, tornati nel 1852, fuggiti nel 1860, quando, per libero voto di popolo, la Toscana si unì alle altre provincie redente. Nel 1865 vi si portò la capitale del regno, che rimase fino al 1871, e fu cagione del maggior sviluppo, ma anche della rovina finanziaria della città.
FIRENZE. -- PANORAMA.
Da una fotografia dello stabilimento Bassani, Menotti e C. di Milano.
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