A breve distanza da Firenze è il Galluzzo, più celebrato per le sue frazioni d'Arcetri, San Felice a Ema, coll'istituto correzionale per giovinetti, Impruneta, tutte piene di ville, verdeggianti di vigneti e d'olivi.
      Al confluente della Sieve coll'Arno è la terra di Pontassieve, cresciuta intorno al castello medioevale, per la difesa del ponte onde tolse il nome, sede di importanti officine ferroviarie, centro di produzioni vinicole importanti, e nodo delle strade che seguono le valli della Sieve e dell'Arno o adducono al Casentino. A poca distanza Pelago, con l'acqua solforosa usata già da Romani, patria di Lorenzo Ghiberti e d'altri artisti celebri. Tra Pelago e Reggello sono le foreste di Vallombrosa, l'antica Acqua Bella, dove al convento sottentrò nel 1869 un istituto forestale, e poco lungi, al Saltino, sorsero alberghi, ville e giardini; da alcuni anni una ferrovia a ruota dentata conduce da Sant'Ellero ad uno dei più centrali ameni e frequentati soggiorni estivi d'Italia.(390) Ridiscendendo alla valle dell'Arno, vi troviamo Rignano, coi castelli di Volognano e Castellonchio, distrutti nelle fazioni tra guelfi e ghibellini, sì che appena restano, fra ville amenissime, le rovine. Figline sorge sulle alluvioni recenti dell'Arno, dove si scoprirono avanzi fossili di mastodonti, elefanti, orsi, scimmie, e si tiene uno dei più importanti mercati settimanali della Toscana: vi nacquero Marsilio Ficino, Lorenzo Pignotti, Brunone Bianchi. Dal ponte di Incisa si gettava la Lucrezia Mazzanti per sottrarsi alle soldatesche dell'Orange; il castello che custodisce le sue gole chiuse il passo al settimo Arrigo, quando scese su Firenze, e in una sua casetta passò l'infanzia Francesco Petrarca.