Il comune è prevalentemente agricolo, ma vanta pure qualche industria, tra le quali hanno una grande importanza le saline e la lavorazione dell'alabastro.
Montecatini in Val di Cecina, oltre che per le sue acque minerali, è celebre per le miniere di rame e le cave di gabbro rosso; il capoluogo è a 414 metri. Campiglia Marittima, nel famigerato piano "che t'ingrassa e poi ti piglia", è circondata d'ulivi e diventò la terra più importante della maremma pisana, dopo esser stata nei secoli desolata da saccheggi, da carestie, da pestilenze e quasi sempre dalla malaria. Monteverdi, Sassetta, Suvereto sorgono sui monti, e Cecina ha un importante poligono per le esercitazioni d'artiglieria; ivi morì F. D. Guerrazzi. Castagneto, coi bei cipressi cantati da Giosuè Carducci, come Bolgheri e la "fiera Donoratico, a la cui porta nera conte Ugolino bussò",(415) come Guardistallo, Montescudajo, e le altre frazioni loro, sono piene dei ricordi di lotte fratricide. Piombino ricorda invece le secolari febbri della sua maremma e la sorella di Napoleone che vi ebbe effimero regno, come l'avevano avuto lunghissimo nel medio evo gli Appiani. Pomarance, già celebre per i bei vasi etruschi che vi si fabbricavano, ha ora i curiosi lagoni da cui i Larderel estraggono il borace, come tra i lagoni, le zolfare e le allumiere è perduto su in alto a 575 metri, Castelnuovo di Val di Cecina.(416)
Lucca l'industriosa giace nella lussureggiante pianura alla quale serve di sfondo la magnifica catena degli Appennini, ricinta dalla verde corona dei suoi bastioni, ornati di alberi, succeduti alle mura medievali, di cui una cerchia risaliva ad età quasi preistoriche.
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