Schweinfurth, nelle sue minute esplorazioni nei dintorni del porto di Tobruk, nella Marmarica, raccolse 220 specie di piante; nello stesso tempo Ascherson ne annoverava 493 nella Cirenaica occidentale(18). La parte superiore dell'altipiano, dove l'acqua pluviale è tosto assorbita dalle screpolature del suolo, non offre allo sguardo che spazi grigiastri, con erba rada che l'estate il sole dissecca; qua e là un'acacia intristita, un lentisco, un terebinto, rompono l'uniformità della infeconda roccia. Ma sui pendii e nelle bassure dove il terreno conserva per lungo tempo l'umidità, arbusti, lauri, sambuchi, lentischi, mirti, spinalbe, s'intrecciano con alte quercie e grandi cipressi, hanno forme più libere che quelli d'Italia e si innalzano fino a 50 metri di altezza. Queste macchie di alberi e d'arbusti spiegano il nome di Giebel Acdar dato alla mole più alta del Barca. Gli alberi delle foreste non forniscono ora che travi per le case delle città sulla costa e legna da fuoco. In altri tempi i tuia della Cirenaica erano adoperati per fare quelle preziose tavole a colori screziati, tanto ricercate dai Romani, lo squisito odore di quel legno era talmente apprezzato, che favoleggiavano l'avesse adoperato Circe per le sue malìe. Sui pendìi più vicini al mare crescono, in foreste selvaggie, ulivi, i cui rami vengono scossi per farne cadere le frutta a pascolo di capre e pecore. I carrubi, lasciati incolti, si rivestono di tanti rampolli da formar vere cupole di verzura, sotto le quali, nascoste agli sguardi altrui, passano la state intere famiglie di Beduini(19). Come i ruscelli della Grecia, gli uadi di Barca sono coronati di bei lauri fioriti.