Boschetti di palme nane crescono in riva al mare, e queste piante del Nuovo Mondo, divenute comunissime nella flora mediterranea, sono circondate da «Fichi di Barberia», nei giardini dove alle piante fruttifere della zona italiana, che tengono il campo, soprastanno qua e là palme di dattero. Questa fertile vallata che sorge in riva al mare, può essere per varietà e quantità di piante che intrecciano i loro rami, paragonata all'antico «Giardino delle Esperidi» descritto nel Periplo da Scillace. Questo luogo di meraviglie, era, secondo Plinio, situato presso Berenice, secondo Scillace, nelle vicinanze di ras Sem, il Phycus degli antichi, che è il promontorio più settentrionale della terra di Barca(20). Secondo la descrizione del greco autore, il «Giardino delle Esperidi» riempiva un burrone naturale o una antica cava, come le latomie di Siracusa; i fratelli Beechey(21) credettero ritrovarne il sito nei precipizi, ora pieni di acqua, che sono ad est di Bengazi, ma nessuno di questi ha l'estensione del giardino descritto da Scillace. Ognuno che abbia visto le voragini adorne di verzura che si aprono bruscamente nel piano sassoso vicino a Siracusa, può figurarsi che cosa fosse quell'ammirabile giardino: melaranci, cedri, nespole del Giappone, peschi, alberi di Giudea, avidi d'aria libera e di luce, si elevano da 15 a 20 metri; cespugli di arbusti accerchiano i tronchi degli alberi; ghirlande di liane s'intrecciano ai rami; fiori e frutta circondano i viali, gli uccelli cantano tra il fogliame, e sotto questi deliziosi alberi odoriferi e sotto i fiori si drizzano grigie roccie, qua e là rivestite d'ellera o portanti arboscelli.
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