Al presente il paese di Barca contribuisce ben poco al commercio con le sue produzioni. Non esporta più nè le droghe medicinali, nè l'essenza di rosa, nè i tartuffi bianchi, i quali in altri tempi l'avevano reso celebre. L'orzo, il frumento, i cocomeri, alcuni legumi ed il tabacco sono, co' frutti de' verzieri, i soli prodotti della coltura cirenaica. Le api delle roccie raccolgono un miele squisito dai fiori degli arbusti e delle erbe. Il metodo di coltivazione è affatto rudimentale, e non pare che le prodigiose raccolte di grano di cui parlano gli autori antichi dessero il cento e perfino il trecento per uno, siano per rinnovarsi ne' tempi moderni; ora regna talvolta la carestia: in media di cinque anni uno è infecondo(24). Le colline del Giebel Acdar si prestano, meglio che ad altro, alla coltivazione dell'ulivo: eccellente è l'olio di alcuni oliveti coltivati da Italiani.
      Ricchissima di piante, la «Montagna Verde» è povera di specie animali. Di bestie feroci non c'è che la iena e lo sciacallo; il cinghiale vive nelle foreste delle bassure; gazzelle, lepri, conigli scorrono il piano. Rettili, uccelli, insetti hanno quasi le stesse forme di quelli della Mauritania. Le locuste divorano
     
     
      ZAUYA DI MAZUMA NEL DAHRA ALGERINO, EREMO DEGLI SNUSI.
      Disegno di Teod. Weber, da uno schizzo del signor C. Féraud.
      [vedi figura 015.ong]talvolta i giovani rampolli e le api depongono il miele nelle fessure delle roccie. La fauna, già così povera nelle alte regioni, diminuisce a poco a poco verso il sud e scompare interamente di qua dalle oasi: oltrepassato l'uadi Fareg, il viaggiatore si accorge d'avere lasciate indietro le pulci(25); sopra il suolo non vede più conchiglie, nè alcun uccello nell'aria.