In quei paraggi, la corrente litorale che si dirige da ovest ad est, quando non è contrariata dai venti, scorre con una velocità di due chilometri e mezzo all'ora(40).
      Per giungere in vista di Derna, la prima città del territorio di Barca sulla costa orientale, bisogna girare a nord i dirupi rossastri di Ras el-Tin e seguire a nord-ovest, per circa cinquanta chilometri, la costa. Questa città, l'antica Dernis, popolata nel sedicesimo secolo da Mauri andalusi, è composta di cinque distinti villaggi o quartieri, uno dei quali non è che un ammasso di macerie, divisi in due gruppi dal letto d'un torrente. Ciascuna casa è circondata da un cancello ed ha accosto una palma al cui piede si radunano dopo il lavoro gli abitanti. Fra i giardini della Cirenaica, quelli di Derna per ombre ed abbondanza di frutti meriterebbero, più che tutti gli altri, di riprendere il nome di «Giardini delle Esperidi». Irrigati da due sorgenti che scaturiscono nella montagna ad alcuni chilometri di distanza e si dividono poi in mille rami, questi giardini coi loro boschetti spessi di verdi alberi, fanno singolare contrasto con le grigie e nude roccie del burrone: vi si raccolgono fichi, uve, datteri, limoni, aranci e squisiti banani che, insieme con i prodotti degli altipiani, lane, grani, cera, miele, con le spugne pescate nelle bassure vicine ed alcune stoffe fabbricate in paese, servono ad alimentare un piccolo commercio di esportazione. Nei dintorni, alcuni oliveti, ancora dell'epoca romana, non danno per la troppa età alcun frutto: bisognerebbe alle vecchie sostituire nuove piante(41). I mercatanti di Derna hanno relazioni con Bengazi, Malta, la Canea, Alessandria, e si servono di bastimenti di piccolo tonnellaggio, i quali ancorano a qualche distanza dalla città, in una rada aperta a tutti i venti, tranne a quelli d'ovest e di sud.