I popoli vicini, e poi la dominazione egiziana, esercitarono un'evidente influenza su i Greci di Cirene, che invece di abbruciare i morti, li sotterravano nelle grotte e nei sepolcri. In quel ripido pendìo s'aprono a migliaia caverne sepolcrali ed il promontorio finisce con dieci o dodici scaglioni divisi in gradini aventi ciascuno la sua fila di tombe, le une massiccie in istile quasi egiziano, le altre ornate di sculture e circondate da colonnati come piccoli templi greci; qua e là si scorgono traccie dell'antica decorazione policroma. La maggior parte delle tombe posano su cripte scavate nella roccia calcare. Così si ebbe una intera città sotterranea, alla costruzione della quale contribuì grandemente la facilità con cui potevano essere forate quelle sponde porose. In uno di quei grandi mausolei di Crenah si stabilì un convento di Snusi. Furono pure scavati nella roccia, alla base de' promontori di Cirene sulla via d'Apollonia, alcuni grandi depositi di derrate che forse servirono di tombe(48). Di questa antica strada greca non restano che poche vestigia. Smith e Porcher la fecero ristaurare, o meglio ne costrussero una nuova per poter trasportare le preziose statue che avevano radunate per il Museo Britannico. Gli indigeni, però, non ne furono contenti, conoscendo essi che una via rende agevole la venuta di soldati e di percettori d'imposte.
VEDUTA DI UNA PARTE DELLA NECROPOLI DI CIRENE.
Disegno di A. Slom su schizzo di Smith e Porcher. [vedi figura 025.png]
Gli Arabi chiamano Mergi una depressione del suolo sull' altipiano, lunga trenta chilometri e larga da dieci a dodici, un centinaio a sud-ovest dell'antica via.
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